Pensioni: niente assegno d’invalidità dopo 65 anni
La pensione d’invalidità civile e l’assegno ordinario non possono essere riconosciuti se si hanno già 65 anni: in questo caso spetta esclusivamente la pensione sociale
L’invalidità civile non può essere concessa superata la soglia anagrafica dei 65 anni di età. Lo conferma la Cassazione, accogliendo il ricorso dell’INPS e rigettando la richiesta della contribuente. Secondo quanto stabilito dalla Corte con la recente ordinanza n. 3011/2022, la pensione d’invalidità civile così come l’assegno ordinario di invalidità non possono essere riconosciuti ai soggetti il cui stato di invalidità è stato perfezionato con decorrenza successiva al compimento dei 65 anni.
Disabilità, sbloccati i fondi
Sbloccate le risorse del Fondo “Dopo di noi”, che attribuisce alle Regioni 76,1 milioni di euro in contributi per l’assistenza a persone con disabilità grave. L’obiettivo è garantire autonomia e indipendenza in contesti il più possibile simili alla casa familiare o per l’avvio di processi di deistituzionalizzazione. Il Fondo “Dopo di noi” è stato introdotto dalla legge 112/2016, e da allora sempre rifinanziato. Il decreto interministeriale di riparto delle risorse (sulla Gazzetta Ufficiale del 25 gennaio 2023) dispone l’erogazione dei finanziamenti 2022.
Spetta alle Regioni la definizione degli indirizzi della programmazione, propedeutica all’erogazione delle risorse che consentono poi di realizzare gli interventi sul territorio. L’attuazione concreta degli interventi e dei servizi è invece di competenza dei Comuni, organizzati a livello di Ambiti territoriali.
Le risorse del fondo finanziano le seguenti misure:
percorsi programmati di accompagnamento per l’uscita dal nucleo familiare di origine, o per la deistituzionalizzazione in soluzioni alloggiative che riproducono le condizioni abitative quanto più possibile proprie dell’ambiente familiare;
interventi di supporto alla domiciliarità in soluzioni alloggiative di tipo familiare e di co-housing, che riproducono le condizioni abitative e relazionali della casa familiare;
programmi di accrescimento della consapevolezza, di abilitazione e di sviluppo delle competenze per la gestione della vita quotidiana e per il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile, e, in tale contesto, tirocini finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia delle persone e alla riabilitazione;
interventi di realizzazione di innovative soluzioni alloggiative, mediante il possibile pagamento degli oneri di acquisto, locazione, ristrutturazione e messa in opera di impianti e attrezzature necessarie per il funzionamento degli alloggi medesimi, anche sostenendo forme di mutuo aiuto tra persone con disabilità;
in via residuale, interventi di permanenza temporanea in una soluzione abitativa extra familiare.