Guida alle pensioni INPS 2023, requisiti e opzioni anche alla luce delle ultime riforme: vecchiaia e anticipata, Opzione Donna, APE Sociale e Quota 103
Sono diverse le pensioni erogate dall’INPS a seconda della gestione o del fondo di appartenenza degli iscritti e dei requisiti contributivi e anagrafici previsti dalla legge. Vediamo dunque oggi quali sono i tipi di pensione INPS, agevolati e ordinari, ai quali gli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) e gli iscritti alla Gestione Separata possono accedere, anche alla luce delle leggi di riforma del sistema pensionistico approvate nel corso degli ultimi anni.
Pensione di vecchiaia e anticipata
Le principali due forma di pensionamento INPS sono la pensione anticipata e la pensione di vecchiaia. Si tratta di prestazioni economiche erogate, a domanda, ai lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), che comprende il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) e le gestioni speciali per i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri) e iscritti alla Gestione Separata in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi prescritti dalla legge e periodicamente aggiornati.
La pensione anticipata è accessibile a coloro che rientrano nelle specifiche disposizioni di legge per quanto riguarda i requisiti anagrafici e contributivi. Per il conseguimento della pensione di vecchiaia gli iscritti devono essere già assicurati alla data del 31 dicembre 1995 o assicurati dal 1° gennaio 1996 e rispettare determinati requisiti.
I lavoratori che hanno versato contributi in diverse casse, gestioni o fondi previdenziali possono acquisire il diritto a un’unica pensione di vecchiaia con la totalizzazione, che è completamente gratuita, a differenza della ricongiunzione che è onerosa
Come funziona la pensione anticipata INPS?
La pensione anticipata è anch’essa prestazione economica erogata, a domanda, ai lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), che comprende il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) e le gestioni speciali per i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri) e iscritti alla Gestione Separata in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi prescritti dalla legge e periodicamente aggiornati. Attualmente il requisito contributivo per la pensione anticipata è di 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Per la pensione anticipata non è previsto alcun limite di età ma solo il conseguimento degli anni di contributi visti sopra.
Quando aumenteranno i requisiti per la pensione anticipata?
I requisiti sopra descritti sono stati congelati fino al 31 dicembre 2026. Tuttavia, a partire dal 2027, i requisiti per la pensione anticipata potrebbero aumentare a causa degli adeguamenti alla speranza di vita. A causa dell’effetto Covid, i futuri adeguamenti alla speranza di vita per la pensione anticipata potrebbero essere più alti di quelli precedentemente previsti. Secondo le stime INPS su dati ISTAT, al 2035 il requisito per la pensione anticipata sarà di quattro mesi più alto rispetto a quello previsto nello scenario pre-Covid e ci vorranno 44 anni di contributi.
Quali penalizzazioni si applicano alle pensioni anticipate?
Fino a qualche anno fa erano previste penalizzazioni dell’1 o del 2% sull’assegno per chi accedeva alla pensione anticipata con un’età inferiore ai 60 anni. Tuttavia, tali penalizzazioni sono state definitivamente abolite dalla Legge di Bilancio del 2017 e pertanto, ad oggi, nessun taglio o decurtazione interessa l’assegno liquidato con la pensione anticipata ordinaria.
Supplemento di pensione per chi versa nuovi contributi
I pensionati possono decidere di continuare a versare contributi, maturando il diritto ad un supplemento: un incremento della pensione liquidato, a domanda, in base alla contribuzione di periodi successivi alla data di decorrenza della pensione. I contributi successivi alla decorrenza del primo supplemento consentono la liquidazione di ulteriori supplementi.
Il supplemento di pensione spetta ai titolari di:
- pensione principale;
- pensione supplementare;
- assegno ordinario di invalidità.
Come aumentare l’importo della pensione INPS?
Il supplemento di pensione consiste in un aumento dell’importo pensionistico per coloro che decidono, dopo aver raggiunto la pensione, di continuare a versare contributi. Questo incremento viene calcolato in base alla contribuzione effettuata nei periodi successivi alla data di decorrenza della pensione stessa e viene liquidato dietro presentazione di apposita domanda. I contributi successivi alla decorrenza del primo supplemento consentono la liquidazione di ulteriori supplementi, garantendo così una maggiore flessibilità per i pensionati che desiderano incrementare il proprio importo pensionistico e garantendosi una maggiore sicurezza economica.
Quali sono le tipologie di pensione che ne possono beneficiare?
Il supplemento di pensione spetta ai titolari di:
- pensione principale, ovvero quella che deriva dall’attività lavorativa principale del soggetto e viene liquidata in base ai contributi versati durante la sua vita lavorativa;
- pensione supplementare;
- assegno ordinario di invalidità.
Lavoratori precoci
Anche per i lavoratori precoci sono previste specifiche agevolazioni dal punto di vista di accesso alla pensione, introdotte dall’articolo 1, comma 199 e seguenti, Legge di Bilancio 2017. Si tratta dei lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima del compimento dei 19 anni, ai quali viene concesso accedere alla pensione anticipata con un requisito contributivo ridotto (articolo 24, comma 10, legge 22 dicembre 2011, n. 214).
Quali sono le agevolazioni per le pensioni dei lavoratori precoci?
La Legge di Bilancio 2017 (articolo 1, comma 199 e seguenti) ha introdotto delle particolari agevolazioni per i lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni, facilitando l’accesso alla pensione anticipata. Si tratta dei lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima del compimento dei 19 anni, ai quali viene concesso accedere alla pensione anticipata con un requisito contributivo ridotto (articolo 24, comma 10, legge 22 dicembre 2011, n. 214) pari a 41 anni, indipendentemente dall’età anagrafica.
Come funziona Quota 41?
La pensione con Quota 41 è accessibile ai lavoratori precoci che rientrano nelle categorie di soggetti ammessi all’APe Sociale. Tra queste troviamo disoccupati, caregiver, invalidi, lavoratori gravosi e usuranti. Devono aver versato almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni per rientrare in questa categoria. Attualmente, i lavoratori precoci hanno diritto ad un assegno di pensione calcolato con il sistema misto. Tuttavia, questi lavoratori godono del blocco degli scatti legati all’aspettativa di vita fino al 2026.
Il requisito della Quota 41 anni può essere raggiunto con il cumulo dei contributi (legge 24 dicembre 2012, n. 228), ma con differenze in termini di decorrenza del trattamento:
- i lavoratori che perfezionano i requisiti dal 1° gennaio conseguono il diritto alla decorrenza della pensione decorsi tre mesi dalla maturazione;
- i lavoratori che maturano i requisiti dal 1° gennaio cumulando i periodi assicurativi, conseguono il diritto alla decorrenza della pensione dal primo giorno del mese successivo all’apertura della finestra.
Pensioni casalinghe/i
L’INPS eroga in favore degli iscritti al Fondo casalinghe due diversi tipi di prestazioni previdenziali:
- la pensione di inabilità: è necessario avere un’invalidità accertata per qualsiasi attività lavorativa.
- la pensione di vecchiaia, occorre aver compiuto almeno 57 anni d’età, o 65 anni se i versamenti non sono sufficienti per una pensione pari all’assegno sociale maggiorato del 20%.
I beneficiari sono gli iscritti e le iscritte al Fondo casalinghe che svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari (cargiver familiari). L’importo della pensione casalinghe è determinato secondo il sistema di calcolo contributivo.
Chi può accedere alla pensione da casalinga?
La pensione da casalinga è una prestazione previdenziale per uomini e donne iscritti al Fondo Casalinghe dell’INPS. Con almeno 5 anni di contributi, è possibile ricevere una pensione di inabilità o di vecchiaia, a seconda dei requisiti. Non esiste un importo fisso per i versamenti, ma è richiesto un minimo di 26 euro al mese. Con un versamento di circa 310 euro si ottiene un anno di contribuzione. Se i contributi non sono sufficienti per maturare la pensione, questi restano inutilizzati e non possono essere usati per la ricongiunzione o la totalizzazione.
L’importo della pensione dipende dai versamenti effettuati. Con 35 anni di contributi minimi, si può ottenere una pensione di mille euro mensili. L’importo viene calcolato secondo il metodo contributivo e tiene conto della rivalutazione periodica dell’ISTAT del PIL. Per calcolare la pensione da casalinga, si utilizza la formula:
Assegno pensione casalinghe = (montante contributivo * coefficiente di rivalutazione) / 13 (mensilità).
Per richiedere la pensione da casalinga, è necessario inviare la domanda online all’INPS tramite il servizio dedicato, solo per gli iscritti al Fondo che hanno raggiunto i requisiti richiesti.
Come si accede all’APe Sociale?
L’APe Sociale è una misura sperimentale in vigore dal 1° maggio 2017. Si tratta di un’indennità di natura assistenziale a carico dello Stato erogata dall’INPS a soggetti che:
- risultino tra le categorie ritenute da tutelare (disoccupati, caregiver, invalidi almeno al 74%, addetti a mansioni gravose);
- abbiano compiuto almeno 63 anni di età;
- non siano già titolari di pensione diretta.
L’APe Social viene erogata dall’INPS, a domanda, fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia o dei requisiti per la pensione anticipata. L’indennità massima è di 1.500 euro lordi al mese e non viene rivalutata in base all’inflazione.
Per accedere all’APe Social nel 2023, i requisiti principali includono: avere almeno 63 anni di età e 30, 32 o 36 anni di contributi versati, a seconda della categoria lavorativa tra le quattro ammissibili. Le categorie in questione sono:
1. Disoccupati: Includono lavoratori licenziati, dimessi per giusta causa, risoluzione consensuale o a fine contratto a termine. Sono richiesti 30 anni di contributi.
2. Caregiver: Assistono un familiare con handicap grave da almeno sei mesi. Sono richiesti 30 anni di contributi.
3. Inabili al lavoro: con una riduzione della capacità lavorativa del 74% o più. Sono richiesti 30 anni di contributi.
4. Lavoratori con attività gravose: svolte per almeno 7 anni negli ultimi 10 o 6 anni negli ultimi 7. Sono richiesti 36 anni di contributi (o 32 anni per alcune professioni).
Per le donne, il requisito contributivo si riduce di un anno per ciascun figlio, fino a un massimo di due anni. L’indennità è compatibile con redditi da lavoro dipendente o parasubordinato fino a 8.000 euro annui e da lavoro autonomo fino a 4.800 euro annui.
Come si presenta domanda di APe Social?
La proroga dell’APe Sociale prevede l’applicazione delle disposizioni semplificate per la domanda di accesso anche nel 2023. È necessario presentare la domanda all’INPS entro il 31 marzo 2023 o il 15 luglio 2023. Le domande pervenute oltre queste date, ma entro il 30 novembre, saranno considerate solo se ci sono fondi disponibili. A tal fine è utile ricordare che la Legge di Bilancio prevede un finanziamento di 64 milioni di euro per il 2023, 220 milioni per il 2024, 235 milioni per il 2025, 175 milioni per il 2026, 100 milioni per il 2027 e 8 milioni per il 2028.
Quota 103
La pensione con Quota 103 è una prestazione economica erogata, a domanda, ai lavoratori dipendenti e autonomi che maturano, nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2022 i requisiti prescritti dalla legge: 41 anni di contributi versati ed un’età anagrafica di almeno 62 anni. Coloro che maturano il diritto ad accedere a Quota 103 entro l’anno, potranno comunque chiedere anche in futuro l’accesso a questa forma di pensionamento anticipato. Si tratta di una misura “ponte” che dovrebbe essere sostituita da nuove formule di flessibilità in uscita nella riforma pensioni 2024.