Il Presidente del Consiglio incaricato Mario Monti ha formato la nuova squadra di governo, mantenendo per se’, ad interim, la carica di Ministro dell’Economia. Quali potrebbero essere le sue prime mosse? Sembrano tre le principali direttrici fiscali del suo Esecutivo: una patrimoniale strutturale applicata ogni anno su tutti i beni, mobiliari e immobiliari, e soprattutto finalizzata alla riduzione del prelievo su lavoro e imprese; un pacchetto ad hoc sulla casa, con il ritorno dell’Ici e il contestuale aggiornamento della percentuale di rivalutazione delle rendite catastali; inasprimento della lotta all’evasione fiscale con particolare attenzione alla tracciabilità dei pagamenti e un pieno sostegno al nuovo redditometro, pronto ormai a misurare nel dettaglio la capacità di spesa dei contribuenti in relazione alla loro capacità contributiva. Tre strade che comunque restano sostanzialmente in linea con gli impegni assunti dall’Italia con l’Europa. La patrimoniale, che a dire il vero non rientra tra le priorità indicate da Bruxelles e non è gradita dal Pdl, di fatto trova sempre più sostenitori interni. Convinzione comune di tutti coloro che vedono nella patrimoniale uno degli strumenti necessari per procedere alla riduzione del debito, è quella di introdurre un prelievo sui patrimoni non di natura straordinaria ma strutturale e riservato alle grandi ricchezze. Ma cosa si intende per grandi patrimoni, cioè quale dovrà essere il paniere di beni da tassare? C’è chi ritiene che nel paniere debbano finirci tutti i beni, mobiliari e immobiliari; c’è chi, invece, ipotizza un prelievo solo sui grandi valori immobiliari: è il caso delle opposizioni nell’ultimo parere sulla legge di stabilità. Ci sarà poi da chiarirsi sulla franchigia, cioè sul tetto di beni oltre cui applicare il prelievo annuale, che dalle ultime indiscrezioni sembrerebbe assestarsi sul milione di euro. L’arrivo della patrimoniale dovrà poi combinarsi con l’altra ipotesi rilanciata nelle ultime ore: il ritorno dell’Ici. La reintroduzione della “patrimoniale sulla casa” di prima generazione, cancellata dal Governo Berlusconi e oggi applicata solo su case di lusso e sugli immobili diversi dalla prima casa, secondo le ultime stime del Tesoro indicate tra i chiarimenti alla lettera europea potrebbe fruttare 3,5 miliardi di euro. Tra i sostenitori di un possibile ritorno dell’Ici figura ufficialmente, anche alla luce dell’audizione sulla riforma fiscale del mese scorso, la Banca d’Italia. Il ritorno dell’Ici dovrà comunque fare i conti con il federalismo fiscale, là dove è previsto espressamente che non potrà essere introdotta una tassa sulle prime case e sul futuro arrivo della nuova Res, la tassa sui servizi (rifiuti, illuminazione, eccetera). C’è poi la lotta all’evasione. Sia le opposizioni, pronte a dare il loro sostegno al Governo tecnico, sia gli operatori e gli esperti che hanno preso posto nei gruppi di lavoro sulla riforma fiscale, chiedono il rilancio della tracciabilità dei pagamenti, con l’ipotesi di un limite anti-riciclaggio fissato in 1.000 euro e un limite anti-evasione ipotizzato a 300 euro.
Patrimoniale, Ici sulla prima casa e lotta all’evasione. Le prime mosse del Governo Monti?
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