Target non centrati e una corsa disperata per arrivare al traguardo. L’Italia ha appena reso noti i dati relativi alla spesa dei fondi Ue, aggiornati alla fine di ottobre.
Italia in affanno sui fondi europei. Sono stati appena resi noti i dati relativi alla spesa completata dai diversi programmi alla fine di ottobre. E, mentre si avvicina il termine finale per completare la programmazione 2007-2013 (il 31 dicembre del 2015), la notizia è che il nostro paese è ancora ben lontano dal traguardo: restano da spendere ancora 17,6 miliardi di euro, pena la revoca dei finanziamenti non impegnati.
Le aree convergenza
Va detto, anzitutto, che l’Italia ha sostanzialmente centrato il target di spesa complessiva: 62,2% di spesa a fine ottobre contro il 62,5% di obiettivo stimato. Le aree convergenza, nello specifico Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, sono salite al 57,8% mentre quelle competitività al 71,9 per cento. Le vere sofferenze, però, si mostrano non tanto nei dati generali, quanto piuttosto nella situazione dei singoli programmi.
Per 14 programmi obiettivi non centrati
Da questa parte dell’analisi emerge che sono addirittura 14 su 53 i programmi per i quali non è stato centrato l’obiettivo: dieci riguardano le Regioni e quattro lo Stato. La Basilicata è arrivata, per il Por Fesr, al 68,3% di spesa sul 77,9% di obiettivo e, per il Por Fse, al 74,3% sul 79,1% di obiettivo. Male anche la Calabria: per il Por Fse arriva al 63,1% contro il 71,9% di target. La Sicilia si ferma, per il Por Fesr, a un magro 48,3% contro il 74,7% di target. Sballano anche il Lazio (sia per il Por Fse che per il Por Fesr), le province di Bolzano e Trento (Por Fse), la Sardegna e la Valle d’Aosta.
Il caso degli Attrattori culturali
Mentre a livello nazionale non centrano il target il Pon Attrattori culturali, quello Energie, il Pon Istruzione e il Pon Sicurezza. Il primo rappresenta un piccolo caso. E’ fermo al 33,4% di spesa su un target del 70,1 per cento. A poco più di un anno dalla chiusura della programmazione, è praticamente impossibile che riesca a concludere in maniera positiva il suo percorso.
Delrio: rischiamo 7-8 miliardi
Tutti questi numeri, tradotti in fatti, portano a una conclusione: “Rischiamo ancora di perdere quei 7-8 miliardi di euro di cui abbiamo parlato nei mesi scorsi – spiega il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio -, anche se ora sono un po’ più fiducioso. Siamo al 62%, entro fine anno dobbiamo arrivare al 70%. Stiamo facendo una severa riprogrammazione, per spostare risorse su progetti che possano fare spesa a breve. E’ chiaro però che se a metà 2015 ci trovassimo ancora molto indietro faremo di tutto per non perdere i fondi europei 2007-13”.
Tre miliardi per fine anno
Entro fine anno dovremo spendere tre miliardi, quando nella prima parte del 2014 ne abbiamo investiti appena 4,5 miliardi. Entro la fine del 2015, invece, dovremo arrivare a 17,6 miliardi. Una cifra mostruosa se consideriamo che quest’anno, nella migliore delle ipotesi, approderemo a 7,5 miliardi totali. Mai l’Italia era arrivata così indietro alla fine di una programmazione.
Le armi per non perdere denaro
Allora, adesso si apre la fase della trattativa con Bruxelles. Il Governo sembra intenzionato a utilizzare tutti gli artifici contabili possibili, nell’ambito delle regole europee, per evitare di perdere il denaro che gli è stato assegnato. Anche se, su tutto questo processo, pende una grave incognita: la programmazione del settennio 2014-2020 rischia di partire con un forte handicap, a causa del ritardo di quella in corso.