Per i ristori a fondo perduto del Decreto Sostegni c’è ancora da attendere. I riflettori sono puntati sul Consiglio dei Ministri di venerdì 19 marzo, ma il dibattito interno alla maggioranza di Governo ed il lavoro dei tecnici sembra poter far slittare alla prossima settimana il provvedimento con i contributi economici anti Covid per imprese e Partite IVA e con le tutele per i lavoratori e le famiglie in difficoltà. Il Decreto Sostegni (ex Ristori 5) sta diventando una Manovra-bis, per il quale è previsto un nuovo scostamento di Bilancio, di almeno 10-20 miliardi, che sarà richiesto in Parlamento in occasione della presentazione del DEF (Documento di Economia e Finanza) di aprile. E proprio questa incognita limita probabilmente il raggio d’azione del Decreto Sostegno, che mira a fornire tutele e agevolazioni ad apio raggio ma necessita di una base finanziaria solida e sicura. Un dato certo soltanto dopo che sarà approvato il nuovo scostamento.
Ristori a fondo perduto
Le risorse servono in primis a finanziare gli indennizzi per una platea di 2,8 milioni di attività (12 miliardi di euro), riguardando anche le Partite IVA e le imprese con fatturato fino a 10 milioni di euro (inizialmente si era parlato di un tetto massimo di 5 milioni come volume d’affari) – in base alle anticipazioni del Vice Ministro all’Economia, Laura Castelli, confermate dal Sottosegretario Durigon – calcolando il contributo a fondo perduto sulle perdite dell’intero 2020, purché il calo sia stato superiore ad un terzo del turnover dell’anno precedente (risarcimento massimo: 150mila euro). In base a nuove ipotesi (i condizionali sono sempre d’obbligo), le aliquote da applicare alla perdita annua di fatturato potrebbero salire a cinque, per scaglioni di fatturato 2019 da 100mila a 10 milioni di euro:
- 30% per chi fatturava fino a 100mila euro
- 25% per chi fatturava fino a 400mila euro
- 20% per chi fatturava fino a 1 milione di euro
- 15% per chi fatturava fino a 5 milioni di euro
- 10% per chi fatturava fino a 10 milioni di euro
Per i settori più penalizzati, come la filiera dello sci, è essere previsto uno stanziamento a parte oltre ai ristori senza codice Ateco. Nel Decreto Sostegni dovrebbe trovare posto anche una nuova indennità Covid, erogata dall’INPS, per i lavoratori del turismo e spettacolo.
Ammortizzatori: NASpI, REm, RdC, CIG
Il DL Sostegni deve provvedere al rifinanziamento di tutta una serie di ammortizzatori sociali. Non ultimo, tra le anticipazioni si segnala il rinnovo di una edizione straordinaria della NASpI (si parla di un rifinanziamento una tantum per due mensilità di NASpI Covid), il RdC ed il REm (si ipotizzano tre mensilità). In base alle anticipazioni, si sta lavorando ad un accordo in base al quale i percettori del RdC potranno sospendere il sussidio per lavorare temporaneamente, senza perdere l’assegno, che riprenderà in modo automatico al termine dell’attività.
Nel Pacchetto Lavoro c’è anche il blocco dei licenziamenti che scade fine marzo e deve quindi essere prorogato. Si ipotizza fino a fine giugno per imprese con cassa ordinaria (industria ed edilizia), a fine ottobre per imprese tutelate da cig in deroga o FIS. In parallelo, il pacchetto Lavoro in capo al Ministro Andrea Orlando dovrebbe contenere il rifinanziamento della Cassa integrazione con causale Covid con il medesimo doppio binario: fino a giugno per tutti, fino a ottobre per piccole imprese (Cigd Covid). Sullo sfondo, ci sono anche i congedi Covid per figli in DAD e quarantena. E parte, il capitolo pace fiscale con la sospensione delle rate della rottamazione, le nuove ipotesi di rottamazione-quater per le Partite IVA, la maxi-sanatoria sulle cartelle fino a 5mila euro. Come si vede, si tratta di misure che richiedono un coordinamento, altro motivo di ritardo del provvedimento.
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Le risorse
In base alle anticipazioni di Castelli, sono per ora cinque le direttrici “sicure”, lungo cui opera il Decreto Sostegni, a cui sono destinati integralmente i 32 miliardi del primo scostamento di bilancio approvato.
- 12 miliardi per le misure di sostegno alle attività produttive e per il fondo destinato alla filiera del turismo montano;
- 6 miliardi per le politiche per la salute, di cui 5 miliardi per il piano vaccini;
- 10 miliardi per le misure di sostegno a famiglie, lavoro, indennità stagionali e sportivi, rifinanziamento Cassa Integrazione, Reddito di Cittadinanza e di Emergenza, NASpI e Fondo occupazione;
- 2,5/3 miliardi per gli Enti locali (Trasporto pubblico locale e imposta di soggiorno, fondi per comuni e regioni);
- 2 miliardi per il fisco, ossia stralcio del magazzino inesigibile, rottamazione avvisi bonari e altre misure.
Tutto questo, in attesa del nuovo scostamento di bilancio delle prossime settimane.