Il Vice-Presidente della Commissione europea Olli Rehn, responsabile per gli affari economici e finanziari e per l’euro, e il Commissario al mercato interno Michel Barnier hanno già risposto nei giorni scorsi (venerdì 13 e sabato 14) alla decisione dell’agenzia Standard and Poor’s di declassare alcuni Paesi della zona euro, e parimenti ha fatto il Presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker. Queste dichiarazioni riflettono pienamente l’opinione della Commissione.
“Sulla base delle analisi della Commissione, riteniamo che l’Unione europea collettivamente e gli Stati membri dell’area dell’euro individualmente stiano prendendo le misure necessarie per affrontare la situazione economica. La Commissione ha sempre sostenuto una strategia in due direzioni, basata da un lato su un consolidamento fiscale sostenibile e su riforme strutturali volte a rilanciare la crescita e l’occupazione. Questa strategia è in corso di attuazione e sta dando risultati. L’idea espressa da Standard & Poor’s che l’Europa sta perseguendo una strategia “basata sul solo pilastro dell’austerità fiscale” è quindi una percezione molto sbagliata.
Sul risanamento dei conti pubblici, le previsioni economiche di autunno della Commissione hanno dimostrato che la media del disavanzo nella zona euro è in calo dal 6,2% del PIL nel 2010 al 3,4% quest’anno e al 3,0% nel 2013. Sul debito è previsto un picco al 90% del PIL nel 2013, quando esso comincerà a declinare.
Sulla crescita, numerosi Stati membri stanno attuando riforme di vasta portata. Molti di questi programmi sono stati proposti dalla Commissione nelle raccomandazioni specifiche per Paese dello scorso giugno e ci si può aspettare che essi avranno un significativo impatto positivo sulla competitività, la crescita e l’occupazione nel medio termine. A livello dell’UE, sono state prese decisioni per velocizzare l’adozione di legislazione essenziale per stimolare la crescita, anche nel contesto del’Atto per il mercato unico, così come sono stati compiuti passi per massimizzare l’impatto a breve termine sulla crescita dei finanziamenti comunitari, tra cui la ri-programmazione dei fondi, laddove necessario.”
(Comunicato da: la Commissione Europea)